mercoledì 4 giugno 2008

2a TAPPA: Pianella (SI)-Celle sul Rigo (Si) 94 km, dislivello 1650m.

Tre settimane dopo riesco a ripartire per il mio giro, sono piccole parentesi all’interno di una vita frenetica, quella dalla quale, sognando le ferie, tutti vorrebbero fuggire; grazie al mio progetto riesco a ritagliarmi delle piccole evasioni, immersioni nel mio mondo fatto di curiosità, randagismo e scoperta.
Pensavo di non avere voglia di andare a sud e perseguire il mio obiettivo iniziale (nel mio post precedente avevo reso pubbliche le mie sensazioni), ma sapevo dentro di me che se avessi abbandonato il sottile filo che mi lega al progetto iniziale lo stesso sarebbe stato messe duramente a repentaglio. E’ bastata una frase di mia moglie la sera prima: “ma come, te ne vai sulle montagne ? non dovevi arrivare a Roma, prima ? cosa fai non concludi il tuo progetto ?” mi ha fatto sentire un verme, mi ha dato quel calcio in culo del quale avevo bisogno; ma soprattutto ha fatto sentire IMPORTANTE il mio progetto.

Rispetto all’ultima volta le cose vanno decisamente meglio, soprattutto con la mia organizzazione e, conseguentemente, con la mia testa: non sento più quella sgradevole sensazione di fuga dalla famiglia, non ho più il senso di colpa di chi, furtivamente, cerca godimento altrove; anzi mi sento sempre più libero, più me stesso. La struttura del viaggio comincia ad essere tecnicamente e tatticamente sempre meglio organizzata: il furgone è oramai allestito solo per questa tipologia di avventura: il frigo di bordo mi consente di avere sempre la borraccia fresca, così come i ricambi, oltre alla bici di rispetto, mi trasmettono una forte sensazione di sicurezza in caso di problema meccanico.
Avere l’ammiraglia al seguito, non smetterò mai di dirlo, è un aspetto fondamentale nella riuscita del mio progetto, mi fa sentire protetto e soprattutto non solo. Io amo la solitudine, necessaria per compiere delle gesta che necessitano di concentrazione, ma amo poi condividere le mie esperienze, le sensazioni provate, con qualcuno che conosco bene e col quale ho una certa sintonia. Stefano da questo punto di vista non era un salto nel vuoto, ci conosciamo da più di 15 anni, siamo stati compagni di grandi avventure 4x4 africane e non, ma, da qualche anno le nostre vite si erano allontanate e poteva risultare problematico andare d’accordo. Soprattutto considerando il fatto che il nostro è anche un rapporto misto amicizia/lavoro, nel senso che io pretendo un servizio da lui (per il quale viene retribuito) e questo aspetto poteva potenzialmente creare tensioni; invece ciò ha instaurato tra noi un rapporto molto serio con conseguente soddisfazione reciproca. Anche lui è appassionato viaggiatore, apprezza l’errare navigando tra mappe, percorsi e punti GPS, mi fa sentire il suo appoggio quando soffro e mi rendo conto che si preoccupa per la mia incolumità; passato un certo kilometraggio la mia faccia assume brutti lineamenti, segnati dalla fatica e questo, se non sei un fondista, può spaventare i più. Ho capito che Stefano sente sulla sua pelle questo mio viaggio, capisce i miei sforzi, apprezza e rispetta la mia fatica.











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