giovedì 23 ottobre 2008

Fatto !

Dopo 1933km e 21025m di dislivello sono riuscito nella mia impresa, congiungere i 2 punti più agli estremi della nostra penisola con il solo ausilio delle mie forze. Metro dopo metro, chilometro dopo chilometro ho pedalato dall'Austria all'Africa passando attraverso mille culture, 10 regioni e tantissima fatica. Il tutto quasi sempre da solo. E chi pedala sa cosa vuol dire.
Ho scalato la montagna più alta d'Italia, ho collegato il Tirreno all'Adriatico, ho idealmente cucito una trama che credo rappresenti l'essenza della cultura del nostro paese. Una sfida sportiva, ma soprattutto un'esperienza culturale ed emozionale unica nel suo genere, quantomeno per il sottoscritto.


Potevo finire a Reggio Calabria, ma la distanza con SM di Leuca era la medesima e la testa mi ha portato lì, in Puglia. Ho sempre seguito il mio istinto, la mia curiosità, le lezioni imparate mano mano che conoscevo nuovi popoli e territori; è stato (per me) un viaggio introspettivo dal grande valore umano. Oggi mi conosco molto meglio di prima.
Il cartello alle mie spalle in questa foto la dice lunga sul carattere eterogeneo dello stivale, siamo quasi 60 milioni oggi e siamo molto diversi..

Quella linea bianca sul lato destro della strada ha rappresentato per me un filo di Arianna, un binario infinito che prima o poi doveva finire. "de finibus terrae" dice il cartello, la riga bianca è cessata, in mare, in un bellissimo pomeriggio di metà ottobre..


20a e ultima tappa: Capriati (Ce)-Lucera (Fg)

Il Parco Naturale del Matese è un posto splendido e molto selvaggio. Gli orsi nella zona sono molto numerosi come dismostra la robusta gabbia a difesa della pattumiera a bordo strada.
Due i passi da me affrontati in questa ultima faticosissima giornata, il Miralago (1200) e il Perrone (1400), che segna il confine tra Campania e Molise. Posti assolutamente unici e di una bellezza molto particolare, strade ottime, salite pedalabili e regolari con pendenze quasi mai a doppia cifra.

Per circa 20 km si procede sull'altopiano dei laghi del Matese posto intorno ai 1000m slm.


La lunga salita per Gallo Matese tra i magnifici boschi dai mille colori. Indimenticabile.




Più di 145km e oltre 2400m di dislivello per la tappa più lunga e (sulla carta) più dura, anche se la scalata allo Stelvio da Prato (2ore45' in soglia) rimane, fisicamente, lo sforzo maggiore del Giro.



mercoledì 22 ottobre 2008

19a tappa: Sperlonga (Lt)-Capriati Volturno (Ce)

Splendida vista dai monti Ausoni ed Aurunci della baia di Sperlonga. Salita verso Itri lunga e pedalabile, finalmente.. non ne potevo più della pianura. Il Pirata amava questi luoghi, spesso portava qui la sua squadra per gli allenamenti invernali.
Bici e moto sono amiche dal punto di vista dell'equilibrio, del senso di libertà che trasmettono, del vento nei capelli (casco permettendo); ma decisamente nemiche quando si circola assieme sulla medesima strada. La moto interrompe la magia del silenzio, del rumore della catena che scorre sui rocchetti, del respiro affannoso ma stantuffo di gloria per il ciclista.
Una delle cose più imbarazzanti per il sottoscritto sono le centinaia di foto che mi ritraggono. Inizialmente ero scioccato, poi, mano mano, mi ci sono abituato e adesso quasi quasi ne vado fiero.. comunque qui sono in cima alla salita di Itri percorsa sempre con sensazioni straordinarie, sogno di ogni grimpeur.
Una foto-testimonianza dei luoghi che ho pedalato. Appia vuol dire storia e pensare che l'ho percorsa anche sotto Altamura in Puglia; Romani imperatori del mondo, non per nulla inventori della ruota..
Come si fa a non rimanere estasiati davanti ad un'esplosione simile di colori e natura...? Magia.


martedì 21 ottobre 2008

18a tappa: Anzio (Rm)-Sperlonga (Lt)

Dopo aver pedalato fino alla fine del tacco dello stivale mi rimane solo da scavalcare gli appennini dell'Italia centrale e ricongiungermi, vicino a Foggia in Puglia, dove ho cominciato la discesa verso Santa Maria di Leuca quattro gironi prima. Capisco che faccio un pò confusione nella testa di chi mi segue e mi legge, ma ho pedalato sempre seguendo il mio istinto (che spesso segue anche il meteo). Quando ho deciso di pedalare il Sud (800km) d'un fiato la curiosità mi portava dapprima in Puglia, le avverse condizioni meteo poi hanno fatto il resto. La fortuna ha voluto che l'anticiclone delle azzorre facesse una sua ultima comparsa sull'Europa prima del letargo e mi ha regalato caldo e sole anche per le montagne del centro Italia.
Avevo lasciato il litorale pontino lo scorso giugno in una affollatissima domenica di "tutti al mare a mostrar le chiappe chiare.." e lo ritrovo in una splendida giornata d'inizio autunno. Tutto preciso, pinete e mignotte come se piovesse.. mai vista una così alta concentrazione di passeggiatrici come da queste parti.
Qui sono sulla circonvallazione di Terracina (Lt) dove il Pirata amava portare la sua squadra ad allenarsi d'inverno, motivo per il quale sono da queste parti. Simpatico il tipo in basso a dx che, senza neanche levarsi il casco, raccoglie l'insalata sulla statale a 4 corsie..
Giunto a Sperlonga (Lt) dopo più di 100km pedalati abbastanza noiosamente e controvoglia, il Tirreno mi regala questo meraviglioso saluto..

venerdì 17 ottobre 2008

17a tappa: Torre S. Susanna (Br)-Santa Maria di Leuca (Le)

Degli splendidi ulivi pugliesi abbiamo già parlato, del profumatissimo e saporito olio vi rimando al vostro negozio di alimentari di fiducia, ma guardate che ordine e che contrasto di colori. Meraviglioso.
Non è la prima volta che lo dico, anzi, forse sto diventando ripetitivo ma in questo mio viaggio sono soprattutto alla ricerca dell'Italia di quando ero bambino. Questa ne è una rappresentazione perfetta. Siamo a Mesagne (Br), splendido paese medievale dove il tempo sembra essersi fermato.
Questa foto, assieme a quella che recita "i Tirolesi non sono Italiani" al confine con l'Austria, saranno le copertine del mio libro (se mai qualche editore vorrà pubblicarlo). Tra i due punti 1933 km e molte pedalate, ma nessuna foratura.
Per rendere l'idea, non sono proprio dietro casa.. Siamo in riva al mare, davanti c'è la Libia..
Nonostante sia ottobre inoltrato a queste latitudini si fa tranquillamente il bagno in mare. Ma, per il sottoscritto, questo tuffo ha un sapore tutto particolare..

giovedì 16 ottobre 2008

16a tappa: Gioia del Colle (Ba)-Torre S.Susanna (Br)

Di questa foto mi piacciono le pezze sull'asfalto oltre alla classica ondulazione vallonata della strada. Quando si è in forma e la gamba gira è un piacere rilanciare col 50..
Bel colpo d'occhio tipicamente pugliese, masseria, chiesina e trullo con muri a secco tutt'intorno a delimitarne la proprietà. Ho trovato gente umile che lavora le proprie campagne con grande fierezza e senza la minima omertà, pronti ad ospitarti a casa loro come un fratello.
E questo immenso palazzo cos'è ? Non ci crederete ma è un agriturismo.. Come sempre in Puglia tutte le abitazioni sono enormi, smisurate; i metri quadrati si contano a centinaia non a decine come da noi.. Consiglio a chiunque di passare un paio di giorni in questo magnifico posto, equidistante dal mare: 40k da Gallipoli, 40k da Otranto. Masseria Le Torri, località Torre S.Susanna (Br), segnato anche sulla carta del Touring.
Una delle rare salite vere della Puglia, uno strappo di un paio di km per entrare nella verde vallata delle Murge Tarantine, più precisamente nel parco naturale del bosco delle Pianelle.
Dove c'è verde c'è salita, solo in Scandinavia i boschi sono in pianura.. Comunque questi continui strappi mi hanno abbastanza provato, niente di drammatico ma a sera li sentivo nelle gambe ed il dislivello di giornata ha parlato chiaro. Emozione per essere a solo 120km dalla fine del tacco d'Italia, laddove finisce la nostra terra: Santa Maria di Leuca.

martedì 14 ottobre 2008

15a tappa: Boreano (Pz)-Gioia del Colle (Ba)

Nessun problema in caso di crisi di fame, ho pedalato per decine di chilometri tra magnifici vigneti carichi come devono essere in questo periodo dell'anno. A tavola la sera ho spesso approfittato di tale abbondanza gustando svariati nettari locali, tutti ottimi.
Come si fà ad andare in Puglia e non parlare dei mitici trulli...!? In questi ci abbiamo dormito.
Magnifico isolamento, lande deserte, vento forte; molto sapore africano. Dal punto di vista ciclistico estasi totale e pedalata facile facile sempre sull'orlo dei 40 all'ora. Doping ? No, tramontana nel sedere dalla mattina alla sera tutti i santi giorni, apoteosi ciclistica.
Ancora una volta desolazione ed abbandono pugliese, qui siamo nelle Murge, dalle parti di Altamura. Complimenti a Stefano, ancora una volta grande immortalatore !
Quando si viaggia da soli in bicicletta per giorni e giorni senza nessun particolare problema nè assillo nel silenzo più assoluto è facile entrare in una trance assoluta e totale, spesso benevola. Questo è uno di quei casi..

14a tappa: Lucera (Fg)-Boreano (Pz)

Arrivo in Puglia pensando di trovare tempo mite, strade in cattivo stato, cani randagi ed automobilisti indisciplinati nonchè incuranti del povero ciclista; ed invece trovo l'esatto opposto.. Strade deserte e quasi sempre molto ben asfaltate e manutenute, clima freddo con forte vento di tramontana (fortunatamente di poppa), ma soprattutto nessun problema nè di cani randagi nè di automobilisti, anzi.
Ho preferito fare prima la Puglia di Campania e Molise proprio per il fascino che questa regione da sempre esercita in me nonostante, via terra, non ci fossi mai stato prima. Le campagne del nord della Puglia sono state una vera scoperta, montagne tabulari e altipiani molto simili al nord africa, totale ed assoluto senso di abbandono di quelle terre da parte dei locali. Le masserie grandi e piccole in ottimo stato ma completamente disabitate non si contano, poca gente a lavorare nei campi anche se tutti efficacemente coltivati e sfruttati.
Già pedalare 2000km da solo non è stato proprio come bere un bicchier d'acqua ma devo dire che al nord ogni tanto qualcuno incontravo, mentre in Puglia ho passato giornate intere in completa e totale solitudine. Durante questa prima tappa credo di aver incrociato si e no 10 auto in oltre 100km..
Sorpresa ! Incredibile ma vero, nella meticolosa pianificazione del viaggio non avevo capito che, sebbene solo per qualche decina di km, sarei entrato in Basilicata. Ebbene, ho fatto di più, ci ho anche dormito.

mercoledì 24 settembre 2008

Il grande Sud: da Anzio (RM) a Santa Maria di Leuca (BR), circa 850km

In ROSSO e BLU il tratto da me già pedalato, in VERDE il pezzo che mi aspetta da mercoledì prossimo 1 ottobre; spero di facela in una settimana. Dal Tirreno all'Adriatico attraverso Lazio, Campania, Abruzzo, Molise e Puglia. I monti Ausoni ed Aurunci, il Parco del Matese, i monti del Sannio e le Murge col mare da ambo i lati..

13a tappa: Ostiano (CR)-Bologna 160km

Bellissima la zona di confluenza dove il fiume Oglio si tuffa nel grande Po, zona magica, adatta soprattutto agli appassionati di bird watching. Ho avuto grande soddisfazione dal preciso studio cartografico della zona dove, grazie al GPS, ho pedalato quasi ininterrottamente su stradine arginali e campestri dove la bicicletta (anche per i locali) regna sovrana.
Giunto in Emilia ho badato al sodo, ovvero di giungere a casa prima del buio. A palla sulle noiose, ma utili, statali della bassa padana. Complimenti a Stefano (mio angelo custode nonchè pregiato fotografo) per quest'istantanea piena di significato..
Home sweet home, al tramonto eccomi a casa. 160km d'un fiato con poche soste, quasi esclusivamente per rabboccare la borraccia di acqua fresca visti i 40°C che mi hanno accompagnato dall'alba al tramonto. E ora mi aspetta il grande Sud !

12a tappa: Lago d'Iseo (BS)-Ostiano (CR)

Lago d'Iseo assolutamente magnifico, splendida la ciclabile che, seguendo il vecchio tracciato dell'antica statale, corre a picco sull'acqua. E' tutt'un'altro pedalare, in totale ed assoluto relax.
Le strade arginali lungo i grandi fiumi sono una mia grande passione, questa è lungo l'Oglio poco prima che si tuffi nel Po; poco dopo diventerà sterrata creandomi non poche difficoltà..
Torre sull'Oglio, ponte di barche. Una di quelle cose che resistono al passare dei tempi, magia dell'Italia di una volta che amo rincorrere in questo mio viaggio. Poca acqua a fine luglio, rampa d'uscita al 15% !

martedì 23 settembre 2008

11a tappa: Aprica (So)-Passo Mortirolo-Lago d'Iseo (BS)

Le pendenze del Mortirolo, anche se prese dal suo lato meno celebre ed impegnativo, sono comunque arcigne.. Il 20% qui è d'obbligo e con la mia discreta panza faccio una bella faticaccia ! Il bosco che mi sovrasta è meraviglioso, la strada quasi deserta se non per quale funghaiolo, mi sento benissimo.
Questo genere di foto sono un must nell'album fotografico di un cilcista. Bello, bellissimo..
Discesa del Mortirolo in un fiume di endorfine, avrei continuato all'infinito, anche se un piccolo trattore in manovra dietro una curva cieca ha rischiato di farmi finire all'ospedale..
Dall'Aprica si sale dapprima al passo della Guspessa (1950m) quindi si pedala per 20km sul magnifico altopiano di Gembro sempre intorno ai 2000m ben sopra alla calura della bassa che scorgo quando guardo giù. Quindi si plana (!) sul passo del Mortirolo, posto 100m sotto a 1850m slm, quasi uno scherzo della natura.. Infine una interminabile discesa di 50km mi porta, seguendo il corso del fiume Adda, nella valle dove comincia il lago d'Iseo. Dopo più di 100km e 4 ore di pedalata mi fermo in riva al lago.

10a tappa: Tola (So)-Passo dell'Aprica (So)

La vecchia statale dello Stelvio è deserta grazie alla nuova strada che trapassa tutte le montagne con lunghe gallerie e che ha ridato vita ad una valle altrimenti soffocata dai veicoli. Grande civiltà lombarda, dovrebbero fare altrimenti molte altre nostre valli, oggi strette in una morsa di smog e rumore (senza dare troppo ascolto ai verdi), ne gioverebbero molto i polmoni di vecchi e bambini.. Dopo un pò di sana polemica parliamo della tappa: un pò di salita in più col passo prima di Verzedo, affrontata in estasi visto il totale isolamento e la perfetta pavimentazione stradale. In discesa mi son proprio divertito.
Quindi lunga planata in Valtellina nell'afa di fine luglio (38°C) condita da una statale stretta e molto trafficata che mi ha portato all'imbocco del passo dell'Aprica da una via secondaria studiata la sera prima, che comicia a salire dal paesino di Stazzona. La salita all'Aprica è relativamente dolce e pedalabile, ma con strappi decisi che mi costringono al fuorisella.
Il morale è in crescita, mi sento complessivamente molto bene nonostante le 4 ore di pedalate giornaliere e le notti in tenda, d'altronde è quello che volevo, che cercavo. Altresì verissimo il proverbio che recita: .."la bici è sincera più ci monti e meglio vai".